Gli psicofarmaci favoriscono il bruxismo notturno
a cura di Davis Cussotto
Il bruxismo è considerato un disturbo del sonno anche se può realizzarsi anche durante la veglia. La sua frequenza è molto elevata poiché interessa oltre la metà della popolazione . E’ un’attività ripetitiva della muscolatura mandibolare, con serraggio e digrignamento dei denti i cui segni sono sei:
- usura anomala dei denti
- affaticamento dei muscoli masticatori con dolore anche al collo
- blocco del mascellare (trisma)
- ipertrofia dei muscoli masseteri
- impronte dentali sui bordi della lingua
- mal di testa ed emicrania di tipo muscolo-tensivo.
Molti ricercatori hanno messo in evidenza come l’assunzione di psicofarmaci si associ al bruxismo e in molti casi ne accentui la sintomatologia.
Un recente articolo comparso sulla rivista Journal of Oral Rehabilitation di aprile 2018, ha eseguito una revisione sistematica della letteratura scientifica che ha indagato l’associazione tra l’assunzione di farmaci psicotropi e la comparsa di bruxismo notturno.
I farmaci interessati sono gli antidepressivi, gli antipsicotici ma anche gli ansiolitici (benzodiazepine) utilizzati talvolta anche per l’insonnia.
Secondo i ricercatori queste sostanze hanno un’azione sui ritmi circadiani con meccanismi angiogenetico legato al sistema nervoso autonomo, fuori quindi dal controllo della volontà. Il processo coinvolge due neurotrasmettitori la serotonina e la dopamina. Il meccanismo preciso di azione non è però esattamente noto, anche se i numeri depongono sicuramente per l’associazione significativa tra i due eventi (bruxismo e assunzione del farmaco psicotropo)
Per questo i ricercatori suggeriscono ulteriori studi per giungere a una corretta interpretazione di questi risultati.